Negli ultimi 12 mesi abbiamo assistito a qualcosa di inedito: aziende come Google, Amazon, Meta e Microsoft — per anni sinonimo di crescita esponenziale — hanno messo in atto licenziamenti di massa, tagliando complessivamente oltre 300.000 posti di lavoro. Una cifra che fino a poco tempo fa sembrava impensabile nel cuore pulsante dell’economia digitale.
Ma cosa ci racconta davvero questa ondata di tagli? Non è solo una manovra di “snellimento” aziendale. Sta emergendo un cambio di paradigma più profondo.
🚩 Fine dell’epoca del denaro facile
Per oltre un decennio, tassi d’interesse vicini allo zero hanno consentito alle Big Tech di crescere senza troppi vincoli: investimenti massicci, espansione aggressiva, progetti sperimentali. Ma il contesto macroeconomico è cambiato. L’inflazione galoppante e il rialzo dei tassi impongono oggi un ritorno a logiche di efficienza e sostenibilità.
Tagliare personale diventa, così, la leva più immediata per ridurre costi e rassicurare gli investitori.
🤖 La scommessa sull’AI: meno risorse umane, più algoritmi
In parallelo, c’è un altro dato evidente: mentre i team vengono ridimensionati, gli investimenti in Intelligenza Artificiale generativa, machine learning e automazione stanno esplodendo.
Progetti collaterali vengono chiusi, ma i reparti AI crescono. Non è un caso che, negli stessi mesi in cui Meta e Google annunciavano licenziamenti, si intensificavano le partnership e le acquisizioni nel settore AI (vedi Microsoft & OpenAI).
La promessa? Produrre di più con meno persone. Automatizzare funzioni che prima richiedevano interi team, dai customer service ai contenuti generati per il marketing.
📉 La saturazione del mercato digitale
C’è infine un limite strutturale che sta emergendo: il modello di business che ha alimentato la corsa delle Big Tech — basato su pubblicità online, dati e attenzione degli utenti — mostra segnali di saturazione.
- Pubblicità meno redditizia.
- Platee sempre più frammentate e difficili da monetizzare.
- Crescita piatta (se non negativa) in molti mercati maturi.
Di fronte a margini sempre più sottili, le aziende si stanno “ripulendo” per adattarsi a un mercato dove non basta più acquisire utenti: bisogna farlo in modo profittevole.
🔍 Una nuova era, meno umana?
Questi segnali ci pongono una domanda chiave: Il tech sector si sta trasformando in un ecosistema meno “umanocentrico”?
In un contesto dove l’automazione promette efficienza, dove l’AI può sostituire interi processi e dove il capitale umano sembra un costo da limare, quale spazio rimane per le persone?
Il rischio è che la rincorsa alla produttività renda il settore meno accessibile, meno equo e più dipendente da pochi player che controllano infrastrutture e intelligenza artificiale.
💬 Cosa ne pensate? Siamo di fronte a una fase fisiologica o a una trasformazione strutturale? Quanto spazio ci sarà per i talenti umani in questo nuovo scenario tech?
Fonti:
Forbes.it. (2022, dicembre 30). L’anno nero delle big tech: Che conseguenze avranno i licenziamenti di massa sul 2023. Forbes Italia. https://forbes.it/2022/12/30/licenziamenti-big-tech-aspettarsi-2023/
Frasso, E. (2024, febbraio 21). Perché molte aziende tech stanno licenziando in massa? AI News. https://ainews.it/perche-molte-aziende-tech-stanno-licenziando-in-massa/
Uddin, R., & Morris, S. (2025, febbraio 7). Big Tech lines up over $300bn in AI spending for 2025. Financial Times. https://www.ft.com/content/634b7ec5-10c3-44d3-ae49-2a5b9ad566fa?utm
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